Franco
Rotella
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nome: Franco Rotella
Indirizzo: via Carbonara, 58, cap 80139 Napoli, Italia
Telefono: +39 0817 646 752
Mobile: +39 3384034049
E-mail: info@studiorotella.biz
Nazionalità: Italiana
nato a Catanzaro il 15 giugno 1942
www.studiorotella.biz
art director dello studioRotella che opera dal 1982 nella comunicazione e formazione.
Socio professionista designer della comunicazione Senior AIAP e membro del Beda-Bureau of European Designers Association.
Ha realizzato e diretto il progetto didattico dell’Istituto Superiore di Design di Napoli dal 1989 al 1997;
Docente di discipline pittoriche al Liceo Artistico di Napoli dal 1982 al 1991;
docente di discipline pittoriche dell’Istituto d’Arte Palizzi di Napoli dal 1991 al 2009;
docente di illustrazione naturalistica presso il corso di laurea, Facoltà di Scienze della Natura, Università Federico II, Napoli dal 2002 al 2006;
art director del quadrimestrale di arte e cultura Orma del dicibile, dell’'indicibile dal 1990 al 1992;
Ha scritto per la rubrica “progetto design” rivista Arte & Carte dal 1991 al 1996;
Docente di Design su tessuto e di Design del gioiello presso l’Istituto Professionale per la moda “Isabella d’Este” di Napoli, 1998/99;
Docente di Publishing per la rete al Master Web Design e Comunicazione, POR FSE Campania, Iscon, Napoli, 2010;
Docente workshop “il colore nell’illustrazione”, Accademia Belle Arti, Napoli, 2016;
Art director Isis Istituto Isabella d’Este Caracciolo, Napoli, dal 2015.
Riprogettiamo il mondo, Franco Rotella, il Giardino Palizzi, Regione Campania Il Giardino Palizzi non come somma di emozioni e sensazioni, nè come compiacimento di forme, colori, odori, umori, nè come insieme di suoni restituiti dal fruscio delle foglie che si lasciano carezzare da un vento impertinente, né come ombre che sembrano conservare i fantasmi di un passato di un prestigio dimenticato.Un giardino fatto di silenzi, di analisi rispettose delle forme per rubare i segni intriganti, che una natura dimenticata dai più, ci riserva e conserva.L’obiettivo di una digitale invadente si insinua in uno spazio disordinato come uno strano bisticcio di foglie dalle geometrie colte di una natura ordinata e pensatae le fronde capricciose di un arbusto irrequieto.Dobbiamo fermare il tempo: immagini che ci raccontano la trama rubata a fatica da una foglia che conserva l’ultima pioggia di un inverno passato e si illumina ai primi raggi di un sole malato; segni di un intreccio di rami inquieti che si accompagnano in un cielo di un azzurro incerto; un tronco che un taglio di lontana memoria, riserva una trama che ricorda unatela tessita dalla pazienza di un ragno; la struttura sinuosa di una rosa che si propone con l’orgoglio di una segnica dalla modulazione elegante e serrata.Definiranno metodiche e logiche che ci appartengono, dinamiche e colori proprie di un nostro linguaggio, trasparenze, nuove sintonie, nuovi messaggi.E’ un modo nuovo di vivere la natura, un modo nuovo di leggerla, di conservarla, di decodificarla, di usarla; forse il bisogno di rispettarla.Istituto d’Arte Filippo Palizzi, Napoli, Italia, una mattina qualunque, ore nove.Su mio cortese invito, con l’obbligo di esserci, Piergiacomo Rameri, allievo del corso di Laurea in Scienze Naturali, insieme agli allievi della sezione Arte della Stampa, nel Giardino Palizzi.Foto d’insieme, particolari in funzione macro.La coscienza del tutto, la selezione del minimo, dell’essenziale, del proprio.Il laboratorio multimediale, Photoshop, e via lo sfondo; Freehand, configurazionee evoluzione della specie: un basic design fatto di segni e colori, ingrandimenti,ribaltamenti, rotazioni, strecciature, riflessioni; e poi Photoshop per trasparenze, sfumature,solarizzazioni, tridimensionalità. Texture in sequenze mutevoli per dinamiche e identità.Un catalogo di possibilità, di logiche, di contenuti, un codice tutto nostro per un percorso intelligente a trecentosessanta gradi, dalla progettazione grafica all’industrial design,fatta di segni e disegni, che la natura riserva a un uomo forse un pò distratto.Ma c’è un modo diverso di vivere la natura; lo conoscono bene gli allievi dell’Università Federico II di Napoli, Corso di Laurea in Scienze della Natura, dove fotografia e computergrafica si incontrano in un disegno naturalistico con il rigore del passatoe le dinamiche del presente.Ieri la camera chiara, oggi le logiche multimediali.E si può ricominciare anche dal disegno dal vero…
Ricordo Emilio Notte, Armando De Stefano, Raffaele Lippi; mi hanno portato a uscire dai rigorosi schemi didattici e iniziare un percorso di ricerca delle logiche dinamiche del segno nello spazio come in “Donna” del 1963. Dello stesso anno in “Summertine” un raro bisogno di fisicità tridimensionale che ricorda il fascino crudele delle tracce conservate dai volti consunti dalla guerra del Vietnam. Nel 1968 uno studio della dinamica delirante, rubata a caso, da una metropoli qualunque. Il 1969 è dedicato al ritratto con “Gaetano”, modello dell’Accademia’ che conserva le tracce di una rassegnazione alla vita, segnata da campiture di rossi stracciati, dove lo sfondo è sinonimo di violenza invasiva; poi “Giò” con sentimenti e amori che si conservano dentro e “Giorgia” che un giorno si accorge di essere una madre che non c’è. Poi “Ida” che si inventa il delirio di un amore che l’abbandona per sempre. In “Michela” due occhi che sanno di cielo raccolgono le ansie e le paure, giorno dopo giorno. Sono ritratti segnati da brandelli di vita che entrano e escono da corpi eterei che hanno poco di umano.
In “Oggi, domani” la fine di un percorso vissuto quasi per caso; i neri tagliano lo sfondo come per entrare nel nulla. 1970, “Fuoco”, le forme si abbandonano a voluttuose dinamiche; tutto sa di un fuoco che non riuscirà a cancellare il nostro essere dentro.
1970, “Ghiaccio”, la terra si unisce al cielo in modulazioni che sanno di ghiaccio; l’ultimo messaggio di vita. In “Sommerso” le mura di estrazione urbana avvolte e raccolte in un rudere senza tempo; anche il sole è prigioniero di ferali tentacoli in un concerto di morte.
Il 1972 in “ Circuito chiuso” l’uomo è una traccia amorfa, un pixel che esce da una gabbia di austera presenza; uccide per servire una volontà ignota che ha deciso per lui.
In “Labirinto” c’è ognuno di noi, la voglia di essere con gli altri, la coscienza di essere soli.
1984, “Sole nero”, un sole che non è più espressione di vita, ma un triste presagio di morte.
1985, “L’aquila delle scimmie”, messaggio ipnotico di due occhi di un giallo intenso, l’umano e l’animale di incontrano e si confondono.
1987, il primo autoritratto in un virtuoso incontro di protagonisti notturni passati per caso.
Poi “Topo luna”; la luna unisce il magico incontro tra il corpo di donna e una presenza ignota. In “Vespa”, ultimo attore che ricorda la vita. 1991, “Vesuvio” i tentacoli raccolgono la terra e l’acqua in un progetto di morte.
Nel 2001 inizia un percorso di ricerca di estrazione concettuale in “Suture” e in “Utopia”; poi, nel 2004, l’esigenza di un linguaggio che riesca a unire l’inanimato con l’umano in una frammentazione e assunzione di particolari di forte capacità evocativa come “Percorsi” e “Percorsi e oltre”.
Nel 2007, per Gelsomino D’Ambrosio, in “Ex libris”, la parola che diventa segno, il segno che coniuga il ritmo, il ritmo che anticipa l’emozione.
2008, “L’ultimo segno d’amore” è la traccia di qualcuno che abbiamo conservato dentro e che è destinato a morire.
2013, ritorna il bisogno di entrare, decodificare la natura, la capacità di essere forma in dinamiche estreme; troviamo “Flussi sole nero”, Flussi, urlo”, “Flussi”, Flussi catarsi”; la descrizione e i percorsi dei flussi di energia che disegnano le emozioni, le logiche costruttive, le armonie, le discrasie, le violenze di ogni presenza.
Non sono un artista, non lo sono mai stato, non lo sarò mai; sono uno che ha cercato nel vuoto di un mondo fatto di nulla.
Essere, non essere; tecnica mista su cartonato; cm 35x50; 2016.
Io vedo; inchiostro su cartonato; cm 35x50; 2016.
Naples, flussi; tecnica mista su cartonato; cm 35x50; 2016.
Artisti Accademie belle arti / http://www.leaccademie.it/artisti/napoli
“Artigianato di élite”, Antonio Borrelli, Arte e Carte, Napoli
“Containers e favole”, Associazione Federazione Territoriale Città del Monte
“Cultura a più dimensioni”, Riccardo Dalisi
“Dall’America con amore”, Roberto Mango
“Dalla caffettiera al prototipo”, Riccardo Dalisi
“Dalla Cina con stupore”, Bruno Starita
“Fare grafica a Napoli”, Alfredo Profeta
“Forma in forma”, Istituto Superiore di Design, Napoli
“Futuro prossimo remoto”, Futuro Remoto, Città della Scienza, Napoli
“Futuro Remoto”, Città della Scienza
“Futuro Remoto, atto secondo”, Futuro Remoto, Città della Scienza, Napoli
“Il futuro della salute”, Futuro Remoto, Città della Scienza, Napoli
“Il sogno del Principe”, Eduardo Alamaro
“La Città della Scienza ‘94”, Città della Scienza, Napoli
“La Città della Scienza ‘96”, Città della Scienza, Napoli
“La forma pura”, Renato Barisani
“Scuola, ricerca professione”, Istituto d’Arte Filippo Palizzi, Napoli
“Sospesi tra le poltrone”, Annibale Oste
“Vetri, luci e ombre”, Maria Galeano, Franco Cembalo
“Villa Carafa, la cultura di una città”, Napoli
“Presenze Assenze”, Punto Formazione Ferrari, Arte e Carte, Napoli
Il Corriere dell’Università “Design e università”, Facoltà di Architettura, Napoli
La Discussione “ERUDITIONIS MORS, vita e morte dell’istruzione artistica”